Il mio articolo uscito domenica 12 gennaio su Avvenire, nelle pagine della Cronaca di Milano. Mi offre lo spunto per ripubblicare (nei prossimi giorni) i testi della mia inchiesta sui Centri di aiuto alla vita in Lombardia, apparsi su Avvenire nel giugno-luglio 2013.
Per un Centro di aiuto alla vita (Cav) essere presente in ospedale è un impegno gravoso, ma anche qualificante. Per questo è comprensibile la soddisfazione del Cav di San Donato Milanese che – dopo anni di proposte – è riuscito a ottenere l’apertura di uno sportello d’ascolto presso l’ospedale di Melegnano. «Abbiamo realizzato un sogno nato con l’istituzione del nostro Cav nel 1984 – spiega la presidente del Cav, Rita Paletta Sgubini –. Da gennaio di quest’anno è partita la convenzione con l’azienda ospe- daliera, grazie alla sensibilità e all’interessamento del primario del reparto di Ostetricia e ginecologia, Michele Barbato, e all’aiuto di alcuni volontari». Lo sportello sarà gestito “in collaborazione ” tra il Cav di San Donato Milanese e quello di Sant’Angelo Lodigiano (presieduto da Anna Maria Baisotti): entrambi infatti “gravitano” sull’ospedale di Melegnano, punto di riferimento sanitario di un’ampia fascia a sudest di Milano. «Noi metteremo a disposizione due volontarie – aggiunge Rita Sgubini – e altrettante il Cav di Sant’Angelo. Lo sportello nel reparto di Ostetricia sarà aperto ogni martedì mattina, alternativamente dai volontari dei due Cav».
Una settantina i volontari che operano nel Cav di San Donato, che ha un sede secondaria a Pantigliate. «Stiamo provvedendo alla migliore formazione delle volontarie che saranno addette al servizio di ascolto – aggiunge Rita Sgubini –. Dovranno infatti essere pronte ad accogliere le future mamme, in crisi per una gravidanza inattesa, ascoltandole e aiutandole a superare quei momenti di difficoltà, offrendo così una valida alternativa all’aborto». Nel percorso di preparazione, aggiunge la presidente, avviato nei giorni scorsi con un incontro con decani e parroci del territorio, ascolteremo esponenti di Cav che hanno già questo servizio, quali il Cav di Melzo e quello della Mangiagalli.
Il Cav di San Donato può contare su una settantina di volontari, ed è ospitato gratuitamente in locali della parrocchia dell’Incarnazione, nel quartiere Certosa. Viceversa il micronido, riconosciuto dal Comune e che impegna una trentina di volontari, rappresenta il fiore all’occhiello, ma anche il maggior onere del Cav. «Ci permette di offrire una opportunità in più alle donne sole o che sono in difficoltà con il lavoro a causa del nuovo nato – sottolinea Rita Sgubini –. Infatti ospitiamo i bimbi sin dai due mesi di vita per un anno. È un servizio gratuito per chi non lavora, e con un contributo minimo per chi invece può contare su un reddito». È un servizio talmente prezioso che quando sono insorte difficoltà economiche, ricorda la presidente, «abbiamo preferito ridurre gli aiuti in latte e pannolini, piuttosto che chiudere il nido. E i nostri utenti e amici hanno apprezzato la nostra scelta». Quello che non manca mai, al Cav, è la fiducia nella Provvidenza: «Recentemente sette nostre volontarie hanno lasciato il servizio perché impegnate a fare le nonne. Ma in un mese se ne sono presentate altre dieci».