In vista dell’incontro dei malati di Huntington con papa Francesco in Vaticano di giovedì 18 maggio, su Avvenire oggi è stato pubblicato un mio articolo di presentazione
Sarà molto particolare l’udienza di papa Francesco di giovedì 18 maggio. A riempire la sala Paolo VI saranno infatti malati di corea di Huntington, i loro familiari, le associazioni, medici e personale sanitario da tutto il mondo: persone legate a questa grave malattia neurodegenerativa, che porta a morte e che dà origine spesso – soprattutto nei Paesi del Sud del mondo – a stigma ed emarginazione. Proprio dalla richiesta di maggiore dignità per i malati, che non devono essere tenuti nascosti (come avviene) quanto ottenere assistenza, nasce l’iniziativa «Mai più nascosta» (Hiddennomore, @HDdennomore è l’account Twitter) che ha portato all’udienza speciale in Vaticano.
La malattia di Huntington è ereditaria ed è causata da un gene mutato che, invariabilmente, si manifesterà – di solito dopo i 30-40 anni di età – con una serie di disturbi: problemi psichiatrici, movimenti involontari e decadimento cognitivo, dovuti alla degenerazione di alcuni neuroni. Per quanto non esistano ancora cure risolutive, ad avere dato una svolta alla ricerca è stata l’individuazione del gene responsabile, grazie alle analisi sul sangue di una popolazione del Venezuela (presso il lago Maracaibo) dove l’incidenza della patologia è particolarmente alta (altrettanto grave l’incidenza in altri Paesi sudamericani come Colombia e Argentina). La scoperta del gene ha portato progressi nelle cure, da cui però le popolazioni sudamericane non hanno tratto beneficio. E proprio la necessità almeno di un “risarcimento morale” a tante persone è alla base del movimento che ha portato all’udienza con papa Francesco. Spiega il significato di questo «evento umanitario» la scienziata Elena Cattaneo, promotrice dell’appuntamento (l’intervista è visibile sul sito della sezione milanese dell’Associazione italiana Corea di Huntington, Aich): «È il momento di riconoscere il ruolo che hanno avuto queste persone: saranno in prima fila » all’udienza. «C’è un elemento di forte sorpresa nell’evento straordinario di un incontro con una personalità come papa Francesco – ammette Claudio Mustacchi, presidente di Aich Milano –. Ci aspettiamo che venga restituita dignità ai malati e si presti loro maggiore attenzione, spezzando lo stigma che li colpisce. E si possa offrire maggiore assistenza alle famiglie, colpite da un carico assistenziale enorme». Nella capitale i pazienti fanno capo ad Aich Roma e al Centro per la malattia di Huntington del Policlinico Gemelli, di cui è responsabile Anna Rita Bentivoglio: «Il nostro ambulatorio è nato oltre 30 anni fa. Sicuramente la scoperta del gene ha rappresentato una svolta nella ricerca. E in questo settore da una decina di anni esiste una fondazione americana (Chdi) che supporta una rete di scienziati e medici nel mondo, che si coordinano nello studio della malattia e fanno capo per il deposito di campioni biologici alla biobanca milanese Biorep. Ora guardiamo con speranza e fiducia a una terapia sperimentale di silenziamento genico, avviata in Canada, Gran Bretagna e Germania, i cui risultati preliminari su un piccolo gruppo di pazienti sono attesi nel 2018».